LA MODULAZIONE: IL SUONO CARATTERISTICO
La modulazione è “il complesso di modificazioni apportate alla tonalità mediante lo spostamento della tonica di una o più quinte verso l'acuto o verso il grave” (è il passaggio da una tonalità all'altra!).
Si parla di quinte, quindi si parla del circolo delle quinte perchè, essendosi tutte le tonalità sviluppate per quinte, verrà logico pensare a passaggi di quinta della fondamentale verso un'altra fondamentale come movimento standard per raggiungere le varie tonalità attraverso le quali si vorrà modulare.
Ovviamente più una tonalità è distante da quella di partenza (nello schema del circolo delle quinte) e più sarà complesso il lavorìo che gli accordi dovranno fare tra loro passando attraverso le varie alterazioni che li distanziano dalla nuova tonalità, modificandosi quindi di volta in volta e rendendo il tutto molto meno diretto di quello che accadrebbe con una tonalità più vicina.
Per modulazione passeggera (usatissima) s'intende il passaggio a tonalità vicine senza fermarvisi.
Per tonalità vicina s'intende una tonalità che differisce da quella di partenza per una sola alterazione in più o in meno (sempre nello schema del circolo delle quinte).
Esempio:
In Do maggiore (e La minore) le tonalità vicine sono:
Fa maggiore (1 bemolle) e Sol maggiore (1 diesis); sono considerate vicine anche le loro rispettive tonalità relative minori (Re minore e
Mi minore); da notare però che Fa maggiore e Sol maggiore (e di conseguenza Re minore e Mi minore) non sono considerate tonalità vicine visto che le differenziano un salto di 2
alterazioni:
Quindi, per ogni tonalità, le proprie tonalità vicine sono quelle del IV grado (sottodominante – modulazione che tende a stabilizzarsi) e del V (dominante – modulazione che tende a ritornare
alla tonalità della fondamentale iniziale), sia in maggiore che in minore.
Si considerano anche tonalità vicine tutte quelle tonalità i cui accordi di tonica contengono uno o più suoni in comune (sistema alternativo chiamato transizione ed usato spesso come passaggio intermedio per modulare che come modulazione vera e propria).
Esempio:
In Do maggiore potrà essere considerata tonalità vicina Lab maggiore, Mib maggiore, La maggiore, Mi maggiore, ecc.:
Do Lab Do Mib Do La Do Mi
In La minore potrà essere considerata vicina Do minore, Fa# minore, Fa minore, Do# minore, ecc.:
La- Do- La- Fa#- La- Fa- La- Do#-
Ovviamente potranno combinarsi le minori con le maggiori, basta che ci sia almeno uno (o due) suoni in comune (vedremo tra qualche pagina!):
La- Lab La- Re Do Fa- Do Do#-
IL SUONO CARATTERISTICO
Il suono caratteristico è quel suono estraneo alla tonalità che ci fa capire che sta avvenendo una modulazione.
È spesso o la sensibile tonale (VII grado) o la sensibile modale (IV grado) della nuova tonalità.
Esempio in Do maggiore:
Do Re-7 Re7 Sol Do Do7+ Do7 Fa
cadenza perfetta cadenza perfetta
di Sol maggiore di Fa maggiore
Nel primo caso siamo passati da Do maggiore a Sol maggiore ed il suono caratteristico è stato il Fa# (in rosso), ovvero la sensibile tonale di Sol maggiore, la nuova tonalità; nel secondo caso siamo passati da Do maggiore a Fa maggiore ed il suono caratteristico è stato il Sib (in rosso), ovvero la sensibile modale di Fa maggiore, la nuova tonalità.
In verità, anche se avviene una cadenza perfetta della nuova tonalità, spesso non ci conferma che abbiamo cambiato definitivamente tonalità (cosa che avviene quando anche i successivi accordi ci confermano ciò con un'ulteriore formula di cadenza perfetta, per esempio) ma può essere avvenuta solo una modulazione transitoria che ha scopi prettamente creativi e viene usata in tutti i generi.
Esempio: nel primo caso, dopo l'ultimo accordo di Sol maggiore, se facessimo succedere subito un Sol7 (dove la 7ª è minore, quindi Fa bequadro e non più diesis) potremmo ritornare tranquillamente nelle regole di Do maggiore:
Do Re-7 Re7 Sol Sol7 Do
Se dopo il Sol maggiore noi facessimo succedere invece accordi come Si minore (accordo sul III grado della scala di Sol maggiore) e successioni tipiche di cadenza come La-/Re7/Sol (II – V – I) avremmo la certezza di essere passati in Sol maggiore, avendo (tra le altre cose) realizzato una nuova cadenza perfetta di Sol maggiore confermando il Fa# (suono caratteristico):
Do Re-7 Re7 Sol Si-7 La-7 Re7 Sol
II V I
(in Sol maggiore)
GRADI DI AFFINITA'
Le varie affinità tra le tonalità vengono classificate in 4 modi stabilendo i vari gradi in funzione della loro vicinanza nel circolo delle quinte; quindi avremo:
- affinità di 1ª grado : quando due tonalità differiscono tra loro per un'alterazione in più o in meno come Do maggiore e Sol maggiore o Do maggiore e Fa maggiore (tonalità vicine);
- affinità di 2ª grado : quando due tonalità differiscono tra loro per due alterazioni in più o in meno come Do maggiore e Re maggiore o Do maggiore e Sib maggiore;
- affinità di 3ª grado : quando due tonalità differiscono tra loro per tre alterazioni in più o in meno come Do maggiore e La maggiore o Do maggiore e Mib maggiore; questo è anche il caso che avviene tra tonalità con nome uguale ma modo diverso come Do maggiore e Do minore;
- affinità di 4ª grado : sono tutte quelle che non rientrano nei tre casi precedenti come Do maggiore e Fa# maggiore o Do maggiore e Reb maggiore.
-
AFFINITÀ DI 1ª GRADO
Per modulare da una tonalità all'altra che si trovi con la prima in affinità di 1ª grado si usa far sentire un accordo che contenga uno o più suoni caratteristici; generalmente è l'accordo di 7ª
di dominante della nuova tonalità.
Esempio in Do maggiore:
Do Do7 Fa Do Re7 Sol Do La7 Re- Do Si7 Mi-
In rosso nel pentagramma sono evidenziati i suoni caratteristici.
Si usa addolcire il passaggio con l'inserimento di una formula di cadenza perfetta che di solito è II-V-I specialmente nel caso in cui l'accordo di dominante ha ben 2 suoni caratteristici, come nell'esempio della modulazione tra Do maggiore e Mi minore:
Do Fa#dim7 Si7 Mi-
II V I
in Mi minore
AFFINITA' DI 2ª GRADO
Per modulare da una tonalità all'altra che si trovi con la prima in affinità di 2ª grado si interpretano in modo diverso gli accordi comuni tra le due tonalità.
Esempio tra Do maggiore e Re maggiore:
Nella prima colonna in alto abbiamo l'armonizzazione della scala di Do maggiore, nella seconda quella di Re maggiore.
Le coppie di accordi rossi e verdi sono gli accordi in comune: Mi minore e Sol maggiore, ma cadono su gradi diversi nelle due armonizzazioni.
Basterà quindi interpretare uno dei due accordi come se lo si pensasse nella nuova tonalità usando le formule di cadenza.
Esempio di passaggio da Do maggiore a Re maggiore:
Do Mi- La7 Re
II V I
(pensandolo già in Re maggiore)
Do Sol La7 Re
IV V I
(pensandolo già in Re maggiore)
Per questa tecnica vale sempre la regola di realizzare la cadenza perfetta della nuova tonalità, sia maggiore che minore, sia provenendo da una tonalità maggiore che da una minore.
AFFINITA' DI 3ª GRADO
In Do maggiore/La minore le tonalità in affinità di 3ª grado sono La maggiore/Fa# minore e Mib maggiore/Do minore.
Quindi in affinità di 3ª grado a Do maggiore c'è anche Do minore e a La Minore c'è anche La maggiore.
Questi verranno interpretati come “porte di passaggio” per modulare visto che passare da un accordo maggiore al suo minore (non relativo ma che abbia lo stesso nome: Do maggiore/Do minore) si può fare direttamente, senza passaggi ulteriori, essendo piacevolissimo l'effetto (gli accordi relativi hanno due suoni su tre in comune); ovviamente come detto sarebbe meglio confermare la nuova tonalità con formule di cadenza se non si vuole dare solo uno stampo passeggero al passaggio armonico.
Una volta passati in La maggiore da La minore (o da Do maggiore a Do minore), potremmo raggiungere anche Mib maggiore (relativa di Do minore) e Fa# minore (relativa di La maggiore).
Potremmo andare oltre dicendo che, dopo aver raggiunto Mib maggiore e Fa# minore potremmo raggiungere con i sistemi già visti, le loro tonalità vicine:
Lab maggiore/Fa minore, Sib maggiore /Sol minore, Mi maggiore/Do# minore, Re maggiore/Si minore.
Mi maggiore/Do# minore e Lab maggiore/Fa minore hanno rispettivamente 4 diesis e 4 bemolli in chiave e possono essere quindi raggiunte anche da tonalità in affinità di 3ª grado.
Esempio : da Do maggiore a Do# minore
Do La- La Fa#- Sol#7 Do#-
IV V I
(pensandolo già in Do# minore)
Il passaggio da Do maggiore a La minore e da La maggiore a Fa# minore potrebbe avvenire anche creando cadenze perfette tra di loro; il passaggio da La minore a La maggiore avviene diretto ma anch'esso potrebbe essere preparato da una formula di cadenza perfetta.
Il tutto potrebbe anche essere riassunto nella seguente ulteriore soluzione: per il principio delle transizioni, l'accordo di Do maggiore ha in comune con l'accordo di Lab maggiore una nota (Do), quindi si può passare da una all'altra (anche senza cadenza perfetta), ma Lab maggiore è omofona di Sol# maggiore perciò, pensando l'accordo come Sol# maggiore e mettendogli la 7ª minore, lo trasformeremo nell'accordo di 7ª di dominante di Do# minore:
Do Sol#7 Do#-
Le note in comune tra il primo accordo ed il secondo sono Do e Si# (suoni omofoni).
In questo caso abbiamo realizzato un passaggio tra due tonalità in affinità di 4ª grado.
AFFINITA' DI 4ª GRADO
Per affinità di 4ª grado s'intedono le affinità che hanno due tonalità distanti tra di loro di più di 3 alterazioni, quindi 4, 5,6 e 7.
Per fare un esempio, Do maggiore e La minore hanno come tonalità in affinità di 4ª grado:
- Mi maggiore/Do# minore e Lab maggiore/Fa minore (4 alterazioni);
- Si maggiore/Sol# minore e Reb maggiore/Sib minore (5 alterazioni);
- Fa# maggiore/Re# minore e Solb maggiore/Mib minore (6 alterazioni);
- Do# maggiore/La# minore e Dob maggiore/Lab minore (7 alterazioni).
Si possono creare delle modulazioni tra di esse seguendo 2 sistemi (tra i più usati):
- la cadenza perfetta e cadenza evitata nel modo minore armonico;
- le transizioni;
CADENZA PERFETTA E CADENZA EVITATA NEL MODO MINORE ARMONICO
Ogni accordo perfetto maggiore può essere considerato come facente parte di 5 tonalità.
Per esempio Do maggiore lo troviamo come:
- accordo della tonica nel tono di Do maggiore (I grado);
- accordo della sottodominante nel tono di Sol maggiore (IV grado);
- accordo della dominante nel tono di Fa maggiore (V grado);
- accordo della dominante nel tono di Fa minore (V grado);
- accordo della sopradominante nel tono di Mi minore (VI grado);
Tutte le tonalità stanno in affinità di 1ª grado tranne Fa minore che dista da Do maggiore 4 alterazioni.
Quindi, partendo da un qualsiasi accordo perfetto maggiore, se gli aggiungiamo la 7ª minore, potremmo eseguire una cadenza perfetta (nel modo minore armonico) che ci porterà in una tonalità minore che dista dalla prima di 4 alterazioni.
Da questa tonalità potremmo arrivare con facilità alla sua relativa maggiore (usando sempre una cadenza perfetta, per esempio) e quindi a Lab maggiore.
Con i sistemi spiegati prima potremmo poi raggiungere tutte le tonalità in affinità di 1ª e 2ª grado, ecc. ecc.
Do Do7/Sib Fa-/Lab Mib7/Sol Lab
(III rivolto) (I rivolto) (I rivolto)
cadenza imperfetta cadenza imperfetta
Per il piacere del basso congiunto ho usato i rivolti degli accordi di settima di dominante creando quindi cadenze imperfette e non perfette ma il risultato modulatorio è lo stesso.
Ovviamente, ricordando che l'accordo di 7ª di dominante è uguale sia per il modo maggiore che per quello minore (di due tonalità con lo stesso nome), potremmo anche chiudere il passaggio con Lab minore (che ha 7 bemolle in chiave).
Se si considera invece l'accordo perfetto maggiore di Do come accordo di dominante nella tonalità di Fa minore che risolve non come cadenza perfetta ma come cadenza evitata (quindi come successione V-VI o V-IV)
troveremmo altre 2 tonalità che sono Sib minore e Reb maggiore e che distano 5 alterazioni da Do maggiore (e da loro, con le regole delle tonalità vicine, potremmo arrivare a quelle con 6
alterazioni di distanza):
Do Reb7+ Mib-7 Lab7 Reb Fa7/Do Sib-
V VI II V I V I cadenza evitata cadenza imperfetta
in Fa minore in Sib minore
Do Sib- Dodim7 Fa7 Sib- Lab7/Do Reb
V IV II V I V I cadenza evitata cadenza imperfetta
in Fa minore in Reb maggiore
...Ed ora andiamo a vedere nello specifico le transizioni ed il loro utilizzo!
Come considerare i suoni estranei alla tonalità?Leggete l'approfondimento!
FINE LEZIONE - LA MODULAZIONE: IL SUONO CARATTERISTICO
P.S.
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